Si sa, il mondo del rock è costellato di star che (specialmente a cavallo degli anni ’80 e ’90) hanno dovuto fare i conti con un’esistenza piena di eccessi. Per molti, questo stile di vita ha avuto inizio al sopraggiungere della fama, del successo e (chiaramente) dei soldi; ma per altri invece si è trattato quasi di un’educazione, ricevuta magari proprio dalle persone a cui tenevano di più. Nella seconda categoria rientra fra gli altri Anthony Kiedis, che una volta diventato adulto ha dovuto sopportare sulle proprie spalle gli strascichi di un’adolescenza adrenalinica vissuta assieme a suo padre, Blackie Dammett.

Il rapporto tra Anthony e Blackie (al secolo John Michael Kiedis) ha conosciuto tanti alti e tanti bassi; è stato esaltante, viscerale, duro, turbolento e nostalgico. E per una band creativa e passionale come i Red Hot Chili Peppers, non stupisce che esso sia stato la forza motrice di molti testi.
Dopo aver trascorso l’infanzia con mamma Peggy, Anthony si trasferì a Los Angeles col padre all’età di 11 anni. Ed è proprio nella Città degli Angeli che l’uomo assunse lo pseudonimo di Blackie, cercando fortuna nel mondo del cinema (prima come stuntman e poi come attore, senza mai riscuotere grandi successi); iniziò così a frequentare determinati ambienti e a conformarsi a determinate abitudini, che fece ben presto assecondare anche al figlio.
Potrebbe sembrare sorprendente, ma fu proprio Blackie a introdurre Anthony nel mondo delle droghe: la loro casa era tappa fissa di diversi spacciatori della zona, e per tale ragione l’intero vicinato era costantemente sorvolato da elicotteri della polizia, che mandavano in ansia Blackie e tutti i suoi amici. Un aneddoto di cui Anthony si sarebbe ricordato qualche anno dopo, nel 1983, quando inserì nell’album di debutto della sua band (l’omonimo Red Hot Chili Peppers) una breve canzone intitolata, appunto, ‘Police Helicopter’.
Fu ancora Blackie, inoltre, a far perdere la verginità ad Anthony. E non con una ragazza qualsiasi, bensì con la sua stessa compagna dell’epoca, una graziosa 18enne di nome Kimberly. D’altra parte le belle donne, a casa Kiedis, andavano e venivano esattamente come gli spacciatori: inizialmente ad Anthony tutto ciò sembrava magnifico, ma crescendo (e cominciando ad instaurare relazioni più importanti anche sul piano sentimentale, oltre che sessuale) il giovane capì quanto quel genere di atteggiamento ferisse e mettesse a disagio quelle povere ragazze, come racconta malinconicamente ‘Breaking The Girl’, uno dei più bei singoli estratti dall’album Blood Sugar Sex Magik del 1991.
Cresciuto da mio padre
Anthony Kiedis in ‘Breaking The Girl’
Ogni giorno una ragazza diversa
Lui era il mio uomo
Ed è così che andavano le cose
La separazione fra i due, come la conseguente “fuga di casa” del più giovane, fu tutt’altro che pacifica: i litigi erano all’ordine del giorno, Anthony era desideroso d’indipendenza, di crearsi le proprie regole, e quando decise di andarsene di casa, Blackie gli fece capire che non avrebbe potuto tornare indietro. Ma malgrado questo burrascoso epilogo alla loro convivenza, diventando grande Anthony comprese (a sue spese) che certi spigoli nella personalità di suo padre erano riflessi di un’anima tormentata quanto la sua e che anche coloro che da piccoli vediamo come degli eroi possono nascondere, dentro se stessi, le più tristi sofferenze. Una consapevolezza che nel 1999, durante la composizione di Californication, prese forma nella traccia ‘Savior’.
Se ‘Savior’ è l’empatia, ‘This Is The Place’, facente parte di By The Way (2002), è la crudezza, l’occhio critico puntato sulla vita degradata e umiliante di chi è entrato nel giro e non riesce più ad uscirne; un esempio negativo che Kiedis spera di non ripetere mai. I versi, anche stavolta, sono abbastanza espliciti.
Questo è il luogo dove vanno tutti i drogati
Anthony Kiedis in ‘This Is The Place’
Dove il tempo scorre veloce, ma tutto diventa più lento
Posso avere un po’ di vaselina? Entra in una scena moderna
Cogli l’occasione in ciò che sembra la realizzazione di un sogno
Non voglio fare come mio padre
Non è questo che voglio dare a mio figlio
Arriviamo al 2016. Anthony ha superato già da un pezzo la soglia dei 50 anni, è maturo come non lo è mai stato prima e forse la sua visione di alcune cose è cambiata. ‘The Hunter’, contenuta nell’album The Getaway, è un poetico omaggio all’uomo che, nonostante tutto, ha sempre visto come una guida umana, un vecchio marinaio nel mare in tempesta: suo padre.
Anche se mi hai cresciuto non sarò mai tuo padre
Anthony Kiedis in ‘The Hunter’
Il re di ogni Sunset Marquis
Anche se sei pazzo non darai mai fastidio
Sei il mio vecchio uomo in mare
Blackie Dammett è morto il 12 maggio dello scorso anno, all’età di 81 anni e dopo una logorante lotta contro la demenza senile. Una notizia che ha segnato profondamente non solo i membri della band ma anche (e forse inaspettatamente) i fan di tutto il mondo, che non si sono risparmiati nel commemorarlo. Il suo corpo è stato cremato e, a tal proposito, non risulta difficile credere che la “cremation” a cui accenna Anthony nel testo di ‘Black Summer’ (primo singolo di Unlimited Love, in uscita il prossimo 1 aprile) sia l’ennesimo, forte riferimento al compianto genitore.
La cremazione prende la sua parte della tua provvista
Anthony Kiedis in ‘Black Summer’